domenica 17 febbraio 2019

Progetto @MarcoPolo diventa "sfida formativa" - Don Chisciotte: sei frasi scelte da liceali e tradotte in calabrese area vibonese


Rielaborazione da
Don Quijote di Pablo Picasso1955


Progetto @MarcoPolo diventa "sfida formativa" -
Don Chisciotte: sei frasi scelte da liceali e tradotte in calabrese area vibonese

Grazie infinite alla professoressa Titti Preta che ha coinvolto i suoi allievi quindicenni, nativi digitali, della classe 2 B del Liceo Classico "M. Morelli" - Vibo Valentia, in Don Chisciotte: sfida alla traduzione lanciata da Progetto @MarcoPolo con Adotta_il_Tradotto LINK

Nella nota che riporto in calce a questo post, la docente e scrittrice spiega che la sfida alla traduzione si è trasformata in una vera e propria sfida formativa: l'invito rivolto ai ragazzi ha compreso infatti, oltre alla traduzione in calabrese di area vibonese, e alla registrazione delle audioletture, anche la scelta di frasi-chiave.

I ragazzi hanno effettuato questa scelta utilizzando strumenti diversi: fonti online di "frasi celebri" in cui non è indicato il traduttore in italiano; l'edizione di fine Ottocento di Edoardo Perino (l'editore di Grazia Deledda) che non indica il traduttore in italiano; la più recente edizione Bompiani, Milano, 2012 che pubblica la traduzione di Angelo Valastro Canale.

Purtroppo non mi è stato possibile attribuire le traduzioni in italiano che non erano state indicate dagli studenti. Sono invece riuscita a ricostruire la collocazione delle frasi nel testo originale di Cervantes.

In questo post elenco quindi le frasi nel testo originale spagnolo, le traduzioni in italiano selezionate dagli studenti, le loro traduzioni in Calabrese area vibonese.

Per mantenere la "sfida formativa" ancorata alle regole delle sfide alla traduzione di Progetto @MarcoPolo e Adotta_il_Tradotto, che invitano alla traduzione di un brano in tutte le lingue - oltre a frasi e brani a scelta - la professoressa Preta ha tradotto l'incipit.

I link agli audio rimandano al sito Adotta_il_Tradotto LINK 


Riera Rojas
copertina dell'edizione
Deux Coqs D'or, Paris, 1968

CALABRESE AREA VIBONESE - frasi scelte e tradotte da allievi della classe 2 B del Liceo Classico "M. Morelli" di Vibo Valentia guidati dalla professoressa Titti Preta, docente di Lettere

INCIPIT - 
En un lugar de la Mancha, de cuyo nombre no quiero acordarme, no ha mucho tiempo que vivía un hidalgo de los de lanza en astillero, adarga antigua, rocín flaco y galgo corredor. 
Vol.1 cap. I


In un borgo della Mancia, di cui non voglio ricordarmi il nome, non molto tempo fa viveva un gentiluomo di quelli con lancia nella rastrelliera, scudo antico, ronzino magro e can da séguito.
Traduzione di Ferdinando Carlesi, Arnoldo Mondadori Editore, 1933

'nta nu' paisi di la Mancia, chi non vogjiu 'u m'arricordu 'u nomi,  vivia non tantu tempu addietru 'nu galantomu di chiji 'i na vota cu' a lancia,  'nu scudu vecchjiu,  'nu cavaju magru e   'nu cani 'i caccia.
traduzione di Titti Preta
AUDIO .mp3 .ogg 

1.
... Otras algunas menudencias había que advertir, pero todas son de poca importancia y que no hacen el caso a la verdarera relación; que ninguna es mala como sea verdadera.
Vol. 1 cap. IX

... Ci sarebbero da notare alcune altre particolarità, ma son tutte di poco conto né fanno al caso per la veridica narrazione della storia, ché tutte van bene purché siano veridiche.
Traduzione di Angelo Valastro Canale, introduzione e note a cura di Francisco Rico, collana I classici della letteratura europea, Bompiani, Milano 2012, p. 78

... Nci sarenu i notari certi atri particularità, ma sugnu tutti i pocu cuntu e non su boni pa vera narrazioni da storia: ca vannu tutti boni, basta u su veri.
AUDIO .mp3 .ogg
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2.
Señor - respondiò Sancho -, que el retirar no es huir, ni el esperar es cordura, cuando el peligro sobrepurja a la esperanza, y de sabios es guardarse hoy para mañana y no aventurarse todo en un día.
Vol. 1 cap. XXIII

- Ritirarsi non è scappare, e restare non è un'azione saggia, quando c'è più ragione di temere che di sperare. Non c'è saggezza nell'attesa quando il pericolo è più grande della speranza ed è compito del saggio conservare le proprie forze per il domani e non rischiare tutto in un giorno.
Edoardo Perino editore, Roma, 1888, p. 423

- Ricoyiri non è fuyiri, e rimaniri non è na cosa savia, quandu c’è cchiù ragiuni di spagnari ca di sperari. Non c’è ragiuni nto spettari, quando u periculu  è cchiu randi da speranza, ed è fatica du saggiu stipari i so forzi pe l’indomani e non perdiri tuttu nta na iornata.
AUDIO .mp3 .ogg
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3.
... ¡Oh memoria, enemiga mortale de mi descanso!
Vol. 1 cap. XXVII

... Ah, memoria, nemica mortale del mio riposo!
Edoardo Perino editore, Roma, 1888

... Ah, memoria, nemica mortali riposu meo!
AUDIO .mp3 .ogg 
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4.
... más vale vergüenza en cara que mancilla en corazón
Vol. 2 cap. XLIV

... meglio la vergogna sul viso che  una macchia sul cuore

... mejiu a virgogna supra ‘a faccia ca ‘na maccja supra o cori
AUDIO .mp3 .ogg 
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5.
- La liberdad, Sancho, es uno de lo más preciosos dones que a los hombres dieron los cielos; con ella no pueden igualarse los tesoros que encierra la tierra ni el mar encumbre; per la liberdad, así como por la honra, se puede y debe aventurar la vida, y, por el contrario, el cautiverio es el mayor mal que puede venir a los hombres.
Vol. 2 cap. LVIII

- La libertà è uno dei doni più preziosi dal cielo: i tesori tutti che si trovano in terra o che stanno ricoperti dal mare non le si possono agguagliare: e per la libertà, come per l'onore, si può avventurare la vita, quando per lo contrario la schiavitù è il peggior male che possa arrivare agli uomini.
Edoardo Perino editore, Roma 1888, pag. 492 

- A libertà è unu dè rigali chiù belli dunati e masculi dò cielu: tutti i tesori chi trovamu 'nterra o chi su accopati do mara nè  potimu portara i stessi: e pà libertà, cuomu pe l'onore, si pò rischiara a vita, quandu a storta a schiavitù è u mala chiù bruttu chi pò arrivara e masculi
AUDIO .mp3 .ogg 
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6.
... esta que llaman por ahí Fortuna es una mujer borracha y antojadiza, y, sobre todo, ciega, y así, no vee lo que hace, ni sabe a quién derriba, ni a quién ensalza.
Vol. 2 cap. LXVI 

... questa che chiamiamo fortuna, è una donna ubriaca e capricciosa, ma soprattutto cieca, e così non vede ciò che fa, né sa chi getta nella polvere, né chi invece porta sugli altari.

... chista chi chiamamu fortuna, è na fimmena mbriacae stridusa, ma soprattuttu cieca, e accussì non vide chijru chi fa, e non sape a cui jetta ntra la purverata e mancu a cui mbece porta supa l'altari.
AUDIO .mp3 .ogg 
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NOTA della prof.ssa Titti Preta - docente di Lettere

Quando mi è stato rivolto l'invito da parte del Progetto @MarcoPolo a fare traduzioni brevi, ero già alle prese con la lettura del Don Chisciotte con una classe di quindicenni nativi digitali, il che rappresentava una grande impresa! Ci stavamo impaludando, quando si è profilata una bella sfida formativa: la scelta di frasi-chiave e la loro traduzione in dialetto calabrese, che deriva dal greco e dal latino (le lingue morte che i ragazzi quotidianamente traducono).
Un’avventura un po’ folle e visionaria che i miei allievi hanno amato, proprio come il nobile campagnolo che sogna di essere un cavaliere errante e parte alla ventura per difendere ideali di giustizia e pace, in nome dell’amata Dulcinea. È stato lui, Don Chisciotte, a farci da guida con la sua sconfinata fantasia che trasforma una contadinotta in una dama e un compaesano ingenuo nel fedele scudiero Sancho Panza, che lo segue in ogni dove in groppa a un somaro.
I ragazzi hanno saputo dare nuova vita ed espressività al loro dialetto, applicandolo per la prima volta ad un testo d'autore.
Se un testo è la “fotografia di una determinata realtà linguistica in un preciso luogo e tempo, espressa da un emittente o autore per un destinatario, cioè il pubblico”, ho chiesto loro nel momento dell’avvio dell’impresa: “Sarà possibile tentare una traduzione, seppur parzialissima, del Don Chisciotte in una cultura diversa da quella che l’ha generato? E addirittura in un idioma che ormai si parla poco, ossia il nostro dialetto?”
E ancora: “Se la traduzione rispecchia in qualche modo l’originale, e posto che di Cervantes ce n’è uno, sarà possibile carpirne alcune frasi-chiave della storia per farla diventare nostra, senza sentirci ladri?”
Le risposte sono state ovvie, dato che Cervantes è un classico senza tempo che incanta e cattura i ragazzi. Perché? Per il suo istinto a sognare e perché si pone al limite tra fantasia e realtà. Inoltre perché è un antieroe positivo: le sue sconfitte, il continuo essere oggetto di scherzi, lo rendono agli occhi degli adolescenti una sorta di “alter ego”, sfortunato sì, ma grandioso e, dunque, amabile: un po’ come lo “sfigato” di oggi. E, infine, come non idealizzare la sua vita ‘vagabonda’ che genera avventure su avventure?
Grazie alla traduzione effettuata per il Progetto @MarcoPolo i ragazzi hanno riscoperto, oltre alla modernità del romanzo, anche quella del dialetto. Esso è un’entità in continua evoluzione: nasce (da un’altra lingua), cresce, evolve (non “invecchia”) e, se non parlato più, muore. Ma la traduzione può infondergli nuova vita.

POST FACEBOOK della prof. Titti Preta LINK

La mia classe II B, che ha partecipato al progetto@marcopolo, raggiante dopo la pubblicazione  per Adotta il tradotto delle frasi scelte e tradotte in dialetto calabrese dal libro Don Chisciotte letto nel mese di febbraio.

Grazie Maristella Tagliaferro, bellissima esperienza che supera lo scolasticismo e promuove le competenze!

Il post Facebook della prof.ssa Titti Preta
Link


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